Industria 4.0

Un’espressione alfanumerica negli ultimi anni molto presente sui rotocalchi d’informazione sia digitali che cartacei che decodificata rimanda alle tematiche principali strettamente connesse con lo sviluppo industriale, ovvero le tecnologie di nuova generazione.

Il termine è in realtà di derivazione tedesca (Industrie 4.0) e sarebbe stato nominato per la prima volta nel 2011 all’Hannover Messe, una fiera sulla tecnologia industriale, per poi divenire, con il governo federale, di dominio pubblico.

Con INDUSTRIA 4.0 ci si riferisce ad un concetto storico, molto vasto e dalle altrettanto ampie implicazioni economico-sociali: quello di Rivoluzione Industriale. Nello specifico la quarta appunto, preceduta da quella informatica fatta convenzionalmente coincidere con il 1970.

Si tratta, nella sostanza, di una nuova visione dell’industria, concepita in modo smart, dove al fattore umano, seppur sempre centrale, viene affiancato quello tecnologico di Cloud, Big Data Analytics, Industrial Internet che, con le loro capacità di archiviare grandi quantità di dati online, elaborare previsioni e di condividere le informazioni anche con l’esterno dell’azienda, ne miglioreranno qualità produttiva e produttività. Tra i fattori di sviluppo non va ovviamente dimenticato quello della Robotica, tematica che ha suscitato non pochi dibattiti e perplessità in tutto il mondo ma che occupa un ruolo strategico all’interno di questo lungo ed innovativo processo.

Sulla base degli importanti risultati economici conseguiti dal governo tedesco attraverso le agevolazioni fiscali concesse agli imprenditori, i governi europei hanno deciso di intraprendere il medesimo percorso. In Italia si prevedono aumenti per 10 miliardi (80/90 già stanziati) sugli incentivi fiscali entro il 2020, oltre ad un innesto di 11,3 miliardi in spesa privata per ricerca e sviluppo e 2,6 miliardi di euro da destinare alle realtà delle Startup.

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